Ulcere flebostatiche

Cosa sono e come si trattano

Le ulcere flebostatiche

Un’ulcera è una ferita con perdita di sostanza che presenta scarsa o nulla tendenza alla guarigione. L’ulcera flebostatica è l’espressione finale della malattia venosa cronica, varicosa o trombotica.

Le tipologia di ulcere

Le ulcere sono determinate da una lesione primitiva o secondaria delle strutture vascolari e possono avere molteplici origini. Un danno diretto ai vasi sanguigni è presente nelle ulcere venose (che sono le più frequenti, costituendo il 70-80% del totale), arteriose, miste, e microangiopatiche. Le ulcere da lesione secondaria possono essere provocate da ipertensione arteriosa, da cause chimico-fisiche, neuropatiche, infettive, metaboliche, reumatologiche, ematologiche e neoplastiche.

Come si manifestano

La sede più comune delle ulcere è peri-malleolare o sovra-malleolare. Spesso nascono come conseguenza di un piccolo trauma sulla cute resa fragile dai segni dell’insufficienza venosa: edema, iperpigmentazione, atrofia bianca e lipodermatosclerosi. La ferita ha la tendenza a non guarire e ad allargarsi progressivamente.

Le ulcere possono essere del tutto asintomatiche o diventare dolenti e secernere essudato; si possono inoltre complicare con infezioni e sanguinamenti.

Le lesioni ulcerose sono indice di uno stadio severo e avanzato della malattia venosa cronica; la classificazione CEAP (Clinica, Eziologia, Anatomia, Patogenesi) identifica la presenza di un’ulcera rispettivamente come classe C5 e classe C6, a seconda che la lesione sia cicatrizzata o in fase attiva.

Come si fa una diagnosi di un'ulcera

Un’accurata anamnesi deve indagare la storia patologica personale e familiare del paziente. Si studia come e quando è insorta l’ulcera, se è dolente, le situazioni in cui la sintomatologia diventa più importante (durante la deambulazione, il riposo, in posizione antideclive), e le cure già eseguite o in corso.

L’esame clinico valuta il numero delle lesioni, le loro caratteristiche (forma, dimensione, profondità, aspetto dei bordi e del fondo), la sede in cui si sono formate e le condizioni della cute e degli annessi circostanti. Inoltre, l’esame semeiologico vascolare analizza la presenza di varici, la sfigmia dei polsi arteriosi periferici, i valori di pressione arteriosa, la circonferenza degli arti e la presenza di edema.

Gli esami strumentali che possono essere eseguiti per una corretta definizione diagnostica dell’ulcera comprendono l’ecocolordoppler, la pletismografia, le radiografie loco-regionali, e gli esami microbiologici colturali. L’ecocolordoppler venoso degli arti inferiori permette di valutare la pervietà dell’asse venoso, di fare diagnosi di trombosi, di valutare la continenza del circolo superficiale e profondo, la presenza di un reflusso e di un danno valvolare.

Può essere necessaria l’esecuzione di una biopsia dei tessuti della lesione; l’esame istologico è indicato nel sospetto di una patologia maligna e nelle ulcere che non presentano segni di miglioramento clinico nonostante l’impostazione di un corretto trattamento terapeutico di durata superiore a un mese.

Come si trattano

Qual è il trattamento dell’ulcera flebostatica?

Secondo le attuali linee guida per la malattia venosa cronica, il trattamento primario per la guarigione delle ulcere flebostatiche è l’elastocompressione. Viene eseguita in forma di bendaggio o di calza elastica e consente una riduzione dei valori di pressione venosa. Risulta fondamentale anche nella prevenzione delle ulcere. Ad essa vanno associati le medicazioni, il trattamento farmacologico e la correzione della malattia venosa cronica.

Le regolari medicazioni, di solito a cadenza settimanale in ambiente ambulatoriale, consentono la detersione della lesione, eliminando l’essudato infiammatorio e il tessuto necrotico, e favorendo la crescita di tessuto sano di granulazione. Esistono inoltre delle medicazioni avanzate, che rappresentano dei presidi in grado di accelerare la guarigione dell’ulcera; si possono distinguere in assorbenti, antibatteriche, favorenti il microambiente adatto alla guarigione, stimolanti la rigenerazione tissutale.

Come si possono associare alla terapia farmacologica

Per prevenire la formazione di un’ulcera flebostatica, consentirne la guarigione ed evitarne la recidiva è importante correggere la malattia venosa che ne è stata l’origine, attraverso interventi di flebochirurgia come l’ablazione termica con tecnica Laser, la legatura e stripping dei sistemi safenici e la scleroterapia.

Nelle ulcere di dimensioni più estese può essere necessaria l’esecuzione di un innesto cutaneo a causa dell’importante perdita di sostanza. Gli innesti vengono generalmente prelevati dal paziente stesso con un piccolo intervento, ma sono stati recentemente introdotti dei sostituti ingegnerizzati del derma (cellule epidermiche, fibroblasti e cheratinociti coltivati su matrici biocompatibili) che permettono di stimolare i processi riparativi compromessi, consentendo la ricostruzione di un tessuto cutaneo completo. L’ossigenoterapia iperbarica può essere associata al trattamento multidisciplinare delle ulcere. è una terapia sistemica basata sulla respirazione dell’ossigeno ad alta concentrazione e ad alta pressione, che favorisce la normale tendenza dei tessuti alla guarigione spontanea.